Connect with us

Storie - Histories

Viaggio negli Stati Uniti d’America: Lingua FrancaLingua Franca. Direzione la parte settentrionale della West Coast, in Oregon, più precisamente a Salem.

Michele Crippa

Published

on

Immersione in una delle aziende vitivinicole che preferisco: Lingua Franca.
Direzione la parte settentrionale della West Coast, in Oregon, più precisamente a Salem.

Lingua Franca è un progetto recente, che nasce nel 2015 grazie all’incontro di diverse eminenti figure del vino, tra le quali spicca Larry Stone, celebre master sommelier originario di San Francisco e fine conoscitore di vini di Borgogna.
Nel 2010 Stone si interessa ad una parcella di terreno situata a Janzen Farm, nell’AVA (American Viticultural Area) Eola-Amity Hills. Nel 2012 acquista questa appezzamento e decide di piantarvi dello Chardonnay e del Pinot nero, facendo particolare attenzione a rispettare la flora e la fauna locali e seguendo, scrupolosamente, i principi della biodinamica.


Inizialmente Stone pensa di vendere la totalità delle sue uve, ma l’amico Dominique Lafon, personalità di spicco dell’azienda Comte Lafon in Borgogna, lo convince a produrre il suo proprio vino offrendogli, inoltre, le sue competenze di enologo. Sotto la supervisione di Lafon, viene assunto alla vinificazione il giovane francese Thomas Savre, che ha fatto la gavetta tra i più importanti vignaioli della Borgogna.

Le piante di Chardonnay e Pinot nero derivano dalla Borgogna, sono 18 “Dijon Clone” differenti.
A Lingua Franca si possono distinguere tre bianchi.
Una prima cuvée, “Estate”, a base di cloni di Chardonnay provenienti da Montrachet in Borgogna. Si tratta di un bel Chardonnay fresco e molto equilibrato in bocca.
La seconda cuvée, “Chers amis”, proviene da un sottosuolo poco profondo in cui sono presenti sedimenti marini. I vini sono di una purezza esemplare e hanno un profilo molto minerale.
L’ultimo bianco prodotto, “Sisters Chardonnay”, proviene dalle più anziane viti di Chardonnay. Anche queste uve crescono su sedimenti marini e il vino prodotto è più nobile, con una buona acidità e una bella persistenza.

Tutti questi vini bianchi non hanno niente da invidiare ai vini della Borgogna, e ogni buon amatore dovrebbe averne in cantina.
A Lingua Franca sono, inoltre, prodotte qualche etichetta di Pinot Nero (nella Williamette Valley). Tra queste, le due che meritano, a mio avviso, una distinzione particolare sono la cuvée “Estate”, da viti cresciute su un suolo vulcanico (Jory Soil), dona un vino abbastanza intenso, florale e minerale; “Mimi’s Mind”, il mio preferito, è il vino che consigliavo a tutti i miei clienti quando lavoravo negli Stati Uniti. Questa cuvée, il cui nome rende omaggio a Mimi, la persona che si occupa di questo vigneto, dona un vino denso in bocca, concentrato e di una grande freschezza, grazie al processo di vinificazione che avviene, in gran parte, lasciando i raspi. Decisamente un gran vino da lasciar invecchiare nella propria cantina.

In conclusione posso dirvi che se avete la fortuna di trovare delle bottiglie di Lingua Franca potete acquistarle ad occhi chiusi; non ve ne pentirete!

Responsabile della sala di un ristorante parigino carico di storia come il "Lucas Carton", dove, insieme a Giovanni Curcio, lo Chef Sommelier, continua a portare avanti quello stile franco-italiano che tanto lo aveva affascinato a Londra, ma anche, e soprattutto, a cercare di trasmettere la sua passione alle nuove generazioni. Il progetto Chiccawine si sposa proprio co questo intento: promuovere, tramite le nuove tecnologie, le tecniche di sala e bar, portare la curiosità su prodotti tradizionali che meritano di essere messi sotto le luci dei riflettori e far conoscere gli uomini che dedicano la loro vita affinché tutto questo non scompaia.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici – Suivez nous

Tag

CATEGORIE/catégories