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Storie - Histories

Un vino ricco di storia. Il Clos de Vougeot, forse il vino più antico di tutta la Cotes des Nuits.

Giovanni Curcio

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In questo video, che ovviamente vi consiglio di guardare, abbiamo fatto un zoom sul Clos de Vougeot. La Borgogna è sempre una regione che affascina il popolo del vino. Vini raffinati, complessi, che richiedono un pubblico informato in quanto sia il pinot nero(principale uva da vino rosso in Borgogna) sia lo chardonnay(principale uva da vino bianco invece) hanno in comune un’acidità che trova origine nei suoli prevalentemente calcarei borgognoni e che può infastidire qualche novizio bevitore. Fatta questa parentesi, attraversiamo uno dei vigneti più suggestivi di Francia.

Spesso si sente comparare la Borgogna al Bordeaux come l’acquasanta(Borgogna) e il diavolo(Bordeaux).

A vini bordolesi si imputa il fatto di classificarsi per case vinicole e di rispettare, meno che in Borgogna, il terroir. Questa tesi è rafforzata dalla classifica del 1855 dei vini bordolesi che ricevette una forte influenza dei mercanti inglesi e fu quindi basata sulla “marca” e sul prezzo. In Borgogna, le cose stanno più o meno così. Nel 1855, dei tentativi di classificare la zona vinicola furono fatti da varie persone notabili nel mondo del vino, del quale spunta il dottor Jules Lavalle. Lavalle che classificava i differenti climat o parcelle, lo fa su una base storica più che geologica. Nella seconda metà dell’800 le parcelle borgognone non avevano migliaia di proprietari come oggi, ma pochi, vecchi aristocratici riciclati nella borghesia, dopo la rivoluzione del 1830, oppure alti funzionari di governo e ricchi proprietari terrieri allo stesso tempo. Altrimenti non si spiegherebbe la presenza di grand cru vasti, per l’appunto il clos de Vougeot(50 ha) o lo Chambertin etc… 

La classificazione di Jules Lavalle, sarà ovviamente nei decenni seguenti rimodellata ed andrà verso qualcosa che ci è più familiare oggi.

Il clos de Vougeot nasce per opera dei frati cistercensi di Citeaux, che possono creare la loro abbazia grazie al torrente nelle vicinanze di questo comune: il Vouge, il quale si suppone abbia dato il nome a questo comune.

Clos Vougeot è un grand cru di 50 ha con 80 proprietari, un suolo che va dal calcareo classico e che si arricchisce di calcare bruno mano a mano che si va verso la vetta collinare. Coltivato prevalentemente a Pinot Nero, ci sono tuttavia dei 1er cru coltivati con poco chardonnay, che è piuttosto raro da queste parti.

Nella mappa del cadastro, un po vecchietta ma che non è cambiata molto nel corso del tempo, ritroviamo i nomi storici della denominazione.

Gros Frères et Soeur, con questa parcella contigua con il castello di Vougeot, che producono vini ricchi ed intensi.

Meo Camuzet, che fu uno dei primi acquirenti della parcella quando fu totalmente “liberalizzata” dopo la rivoluzione del 1830. Camuzet è una delle case che presta una attenzione importante all’ecosistema. Vini raffinatissimi, degni delle grandi tavole gastronomiche nel mondo. La casa vinicola è oggi gestita da Jean-Nicolas, che ha preso le redini della tenuta familiare agli inizi del 90′, spalleggiato da un grande nome della regione ed amico di famiglia: Henri Jayer. 

Altri nomi storici sul catasto, come Reboursereau, oggi proprietà della famiglia Bouygues, ma sempre rappresentati dagli eredi di Reboursereau. La famiglia Bouygues ha permesso a questo domaine di modernizzarsi e di poter riprendere i suoi vecchi splendori.

I Reboursereau fanno parte della storia di Vougeot da sempre e ne furono tra i primi acquirenti nel 1839.

René Engel, un nome che ritroviamo spesso e che oggi si chiama Domaine d’Eugenie, proprietà Pinault. 

Lavorazione dei suoli completamente naturale grazie ai concimi organici, iniziano una conversione al biodinamico tra il 2009 ed il 2010. Posseggono solo 1.37ha a Vougeot. Sono dei vini dal colore ricco, con dei profumi intensi che ricordano la violetta in gioventù passando dai mirtilli fino alle note tartufate con il passare degli anni. Se ne avete una bottiglia un po’ invecchiata, non apritela se non avete del tartufo nero.

A Vougeot si concentrano proprietari celebri in tutta la cotes de nuits, come Arnaud Lachaux, proprietà piccolissima e vini degni del nome di grand cru. Molto persistenti e con una capacità di invecchiare fuori dal normale. Tortochot, che ho scoperto recentemente,convertito al bio, vini di grande piacevolezza. 

Poi uno dei miei preferiti,J.Prieur.

Definisco i suoi vini immortali. Custodiamo al Lucas Carton, una collezione di vecchie annate 

che spaziano dai Volnay, ai Meursault ed ovviamente ai Clos de Vougeot, che partono da fine anni 80′, eccellenti, mai avuto brutte sorprese con questi vini. Bottiglie intatte e vino, ahimè, eccellente.

Vougeot è sempre stato una vigna magica, preziosa e ricca di storia.

Giovanni Curcio

Sommelier de l'année 2022 Gault&Millau Luxembourg

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