Storie - Histories
Nicolò Grippaldi é un produttore molto promettente! Sebastien Ferrara ci trasporta ad Enna.
Con Nicolò ci siamo conosciuti via telefono credo due mesi fa perché avevo interesse ad assaggiare i suoi vini.
Nicolò è laureato alla facoltà di lettere e filosofia all’università di Firenze…ma la sua decisione è stata di tornare nella sua tanto amata terra e portare avanti uno dei suoi grandi sogni, la campagna ed il vino.
Sto parlando della Sicilia, la terra del sole. Nicolò vive nel paese di Gagliano Castelferrato in provincia di Enna, una bellissima zona a quasi 700 metri di altitudine. Coltiva 2 varietà; il Nerello Mascalese ed il Nero d’Avola con una bellissima esposizione sud, (filari sud-est). Questo ragazzo crede nella biodinamica profonda ed il massimo rispetto per tutto quello che circonda la vigna senza usare prodotti chimici e nessuna irrigazione forzata ai vigneti; lascia che la natura faccia il suo corso.
I soli prodotti utilizzati in vigna sono zolfo in polvere e piccole quantità di rame. Ogni attività svolta in vigna e cantina da Nicolò è manuale, seguendo il calendario astronomico lunare e durante alcuni periodi dell’anno, credo 2, prepara il suo composto dinamico chiamato 500 a base di corno-letame ed erbe officinali invece prima della vendemmia ne prepara uno diverso a base di quarzo.
In cantina le fermentazioni sono spontanee senza l’aggiunta di alcun prodotto e nemmeno di lieviti selezionati è tutto naturale, esistono lieviti a sufficienza in natura, perché aggiungere altri? Tra l’altro spesso modificano sentori e gusto del vino, annientando tutto ciò che è legato a terreno e vitigno.
I rimontaggi si effettuano aperti e le follature manuali ogni 4 ore fino alla fine della fermentazione alcolica. Altro punto importante è la fermentazione malolattica che è spontanea e non indotta come molti fanno innalzando le temperature nella cantina, ovviamente potrebbe accadere che la malolattica non parta vista la temperatura della sua cantina che non va oltre i 20 gradi, il tutto svolto rigorosamente in cemento, anche l’affinamento.
Questa è la sua prima ufficiale annata (2018) nella quale sono stati prodotti 3 vini:
Spinasanta è un Nerello Mascalese in purezza dove ne sono state prodotte 3800 bottiglie e quasi 300 magnum.
Dei Pinti è un Nerello Mascalese e Nero d’Avola per l’80%, con una gradazione alcolica del 13.5%. La produzione in questo caso si è aggirata sulle 1000 bottiglie in meno del precedente e qualche magnum in meno. La vendemmi aè stata effettuata l’8 di settembre. Ma sapete perché ha aggiunto il Nerello Mascalese? perchè il mosto era troppo poco e non riusciva a colmare il tino.Questo è il vino che a mio avviso più necessita di tempo per equilibrarsi bene. Abbiate pazienza ! Dei Pinti perché il soprannome di famiglia di mio Padre é Pinto, si dice avessimo un avo pittore da qui la “NGIURIA”(soprannome di famiglia) Pinto da “Dipinto”
L’altro vino prodotto si chiama Le Domeniche di Teo (Teo è il suo splendido cagnolino) solamente 2000 bottiglie di Nerello Mascalese in purezza, la particolarità di questo vino è l’affinamento in acciaio e cemento rigorosamente non vetrificato, mentre gli altri in cemento. Vendemmiato il 13 settembre con una gradazione abbastanza importante di 14% ma credetemi..è un vino davvero armonico questo alcol non disturba affatto la beva ed è un punto molto importante secondo me. L’uva in questo vino è rimasta 2 giorni in macerazione prefermentativa e completata la fermentazione alcolica spontanea c’è stata una macerazione post fermentativa di circa un mese con malolattica sulle bucce)non indotta ma spontanea), una volta svinato il vino è rimasto sulle fecce fini con ripetuti batonnage fino al mese di giugno 2019, poi è stato messo sul pulito in acciao fino ad agosto che è passato in bottiglia. Nicolò ci tiene molto a questo vino (Teo è parte di lui)
La 2018 è stata la mia prima annata prodotta, annata per certi piovosa ma non troppo, un’estate fresca ed equilibrata che ha convinto Nicolò a sfemminellare abbastanza su entrambe le facce della fila. Importanti sbalzi termici che si sono accentuati ad agosto fino a 15 gradi di differenza tra il giorno e la notte, l’uva è arrivata ad una maturazione ottimale e con stupore mi sono accorto che entrambe le varietà maturano nello stesso periodo, ad esempio nell’annata 2019 addirittura ha vendemmiato prima il Nerello e poi il Nero d’Avola (arrivato a maturazione perfetta in certi punti del vigneto con botrite nobile) . Grazie a questo allineamento di maturazione è riuscito nell’annata 2020 a vinificare in uvaggio.
Sono vini che mi immaginavo decisamente di versi, pensavo a qualcosa di tanto ricco in alcol e con una estrazione molto più decisa. Invece ho trovato dei vini fatti davvero molto bene, già con una ottima profondità nonostante la giovane età delle vigne, c’è carattere, c’è stoffa, questi vini diventeranno a mio avviso tra i più buoni d’Italia nel giro di qualche anno. Non è rimasto quasi nessuno a coltivare vigneti ad Enna perché dopo la fillossera gran parte dei vigneti sono stati estirpati per dare spazio a coltivazione di altro tipo e zootecnica.
Nicolò! mi toccherà venire a trovarti perché ho assaggiato solo 2 dei tuoi 3 vini e poi ho voglia di respirare ossigeno in mezzo alle tue vigne, o meglio… la prossima vendemmia posso aiutarti?
“Vengo da Gagliano Castelferrato, anfiteatro rupestre di disarmante bellezza. É questa la risposta che ho ricercato tra gli angoli giocosi della mia fanciullezza. Sono Natura. É questa la risposta che ho ricercato toccando le mie radici. Vado verso la Luce. É questa la risposta che ho ricercato immaginando i riflessi del mio calice. Il 3 aprile del 2015 era il Venerdì Santo quando iniziai la piantumazione del mio vigneto, 11mila viti di Nerello Mascalese Nero d’Avola e portinnesti, nel terreno lasciatomi in eredità dal mio bisnonno Antonio, il quale, aveva una piccola vigna proprio lì. La fede e l’amore della mia famiglia mi danno la forza e la tenacia per superare gli ostacoli che incontro nel mio sentiero mentre attendo adesso il momento della mia prima piccola vendemmia e del mio primo vino”. CIT. Nicolò Grippaldi