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La cronologia di una leggenda: Romanée-Conti.

Giovanni Curcio

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Oggi ho voglia di presentarvi una breve cronologia di un vino leggendario. Non che manchino pagine a riguardo sul web, ma credo fermamente che, spesso, dietro ad un prezzo elevato, ci sia anche un grande prodotto o, per lo meno, un prodotto con una storia fuori dal comune.

Quante volte abbiamo sentito il nome Romanée-Conti? quante volte abbiamo sentito il nome del principe di Conti? ecco una modesta, brevissima e schematica “descrizione degli avvenimenti”.

Siamo a Vosne, denominata poi Vosne-Romanée(il villaggio prende il nome dalla storica vigna la Romanée) nella Cotes de Nuits(consiglio di munirvi di cartina geografica per la lettura).

 Il Principe di Conti acquista questa vigna nel 1763, insieme ad una parcella di “La Romanée”, vicino alla parcella “Meix Caillot” in cui farà costruire la cantina per la vinificazione.

Questo passaggio rimane fondamentale per capire la storia dei grands cru di Vosne ed anche di Vougeot dal XVIII secolo fino al periodo moderno. Il separare lo Chais( la cantina) dalla vigna sara’ oggetto di numerosi problemi per questo vino,ma anche della sua fortuna dovuta, appunto, ad una vinificazione separata.

Comprare una vigna senza dare peso alla vinificazione, ossia al pigiare gli acini e far fermentare il mosto in vino, significa acquistare una proprietà’ immobiliare o terriera ed utilizzare il vino ad uso personale, dando, quindi, al vino stesso un ruolo di secondo piano: questo fu ciò che fece, appunto, il principe de Conti.

Dal 1819 al 1869, la parcella riguardante Romanée-Conti sarà, infatti, vinificata al castello di Vougeot, poiché alla tenuta mancava uno chais e un’organizzazione della vinificazione in generale; lo chais   sarà fatto costruire dal principe Bourbon de Conti molto tempo dopo in un terreno non appartenente alla tenuta in origine.

Sorvoliamo velocemente sui dettagli, piuttosto complessi, del periodo che vanno dalla Rivoluzione francese all’instaurazione della Republica, in quanto durante la rivoluzione il vigneto fu classificato bene nazionale e quindi confiscato.

Gli anni che seguirono, tra Restaurazione, campagne Napoleoniche che privarono di braccia la terra e malattie di vario genere della vigna (nel 1830 la Pyrale, una malattia che attacca la foglia; poi l’oidio, le malattie crittogamiche e la tristemente famosa fillossera) non furono un periodo felice per la vigna.

Le informazioni  circolavano poco tra i proprietari dei vigneti che ormai erano “ridotti” a semplici contadini; basti pensare che nella cote de nuits molte vigne non furono greffate con piede americano(solo rimedio contro la fillossera che distrusse i vigneti in quegli anni)  per mera resistenza all’americanizzazione o piuttosto per  scarsità’ di risorse e di informazione.

Dal 1870 al 1912, Romanée-Conti sara’ vinificato allo château du Passe Temps a Santenay, nalla côtes de Beaune. Lascio a voi immaginare come saranno state le condizioni degli acini di uva dopo più di 40 km di trasporto a cavallo! Ciò’ lascia anche intravedere la mentalità’ dei négociants, e degli attori del vino in generale, dell’epoca, I quali mostravano scarsa attenzione al concetto di cru.

Nel 1912 Edmond Gaudin de Villaine crea la marca del Domaine de la Romanée-Conti, tenendo conto dell’impulso e dell’importanza storica di questi vigneti, prova a riprendere la storia dal punto in cui l’aveva lasciata il principe Bourbon de Conti.

 Nello stesso anno, non potendo acquistare gli chais storici di Romanée-conti, li fa costruire nella stessa tenuta: Romanée-Conti sara’ quindi vinificato a parte.

Nel 1936 la denominazione Romanée-Conti sarà creata per decreto e, nel 1939, si aggiunge La Tache.

Nel 1945, dopo, ormai, numerose peripezie, due grandi guerre e la privazione quasi totale di uomini a causa del secondo conflitto mondiale (ricordiamo che la mitica annata 1945 fu denominata “annata delle donne”), Romanée-Conti  sarà’ ripiantata in parte su piede americano, quindi dal 1946 al 1952 il vino non sarà più’ prodotto. 

Romanée-Conti fu quindi “americanizzato”: il grefaggio su piede americano aveva toccato uno degli ultimi bastioni del conservatorismo vitivinicolo francese.

Nel frattempo, nel 1950,  l’ unione tra la famiglia De Villaine e la famiglia Leroy si era consolidata.

Nel 1963 l’acquisto della vigna a Montrachet e nel 1979, finalmente, la parcella di “la Guillotte”, con lo chais originale di De Conti, entra in casa De Villaine: il podere riceve la sua anima.

A cavallo tra il 1985 ed il 1996 si assiste al passaggio prima al biologico e poi una conversione al biodinamico, rendendo giustizia a questa casa vinicola.

Cinquemila e cinquecento bottiglie circa prodotte all’anno,  contese da una larga platea di diverse centinaia di migliaia di persone, fanno il fascino di questo vino.

Il podere oggi é gestito dalla famiglia De Villaine, capeggiata da Aubert de Villaine e dalla famiglia Leroy, rappresentata da Mme Fenal succeduta a Roche-Henri Frédéric, scomparso qualche anno fa.

Oggi le rare bottiglie di questo vino sono vendute a un ristrettissimo cerchio di  fortunati  “allocatari” fissi.

Spero che questa brevissima descrizione degli avvenimenti vi sia piaciuta; credo avremo, presto, l’occasione di parlare delle sensazioni che questi vini esprimono.

 

Sommelier de l'année 2022 Gault&Millau Luxembourg

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