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Degustazioni - Dégustations

Il Nebbiolo è sicuramente sinonimo di eccellenza piemontese ma anche nel resto d’Italia e del Mondo

Giovanni Curcio

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Che sia con il nome di spanna, picoultener, picotenero, prünent, luras (in Sardegna), chiavennasca ecc … tutto ci riporta al Nebbiolo.

È un vitigno abbastanza diffuso nel nord Italia, conferisce ai vini piemontesi (Barolo, Barbaresco, ecc.) la loro fama e da diversi decenni è riuscito a trovare un posto tutto suo anche in altri continenti.
Dal Messico alla California, dall’Argentina alla Romania, passando per l’Austria, quest’uva ha saputo adattarsi e ha prodotto vini interessanti.
Il Nebbiolo si divide in tre grandi famiglie di cloni o varietà: Lampia, Michet e Rosé dove Michet è una forma di Lampia con un virus!

Gli ettari di Nebbiolo nel mondo raggiungono i 5500 ha di cui 4000 solo nella regione del Piemonte.

Ha sempre mostrato una grande capacità di invecchiamento, regalando vini di colore rubino con qualche riflesso che vira al granato fin dalla tenera età. Al naso si distingue per note di tabacco e liquirizia (la maggior parte affina in botti di rovere). In bocca un tannino potente e allo stesso tempo raffinato è accompagnato da una buona persistenza.

Produttori noti: nomi come Gaja, Giacosa, Marchesi di Gresy, Roagna ecc. (La lista è lunghissima). In Lombardia Rainoldi, Nino Negri o addirittura in Messico La Cetto. Infine, in California, Clendenen o Clifton …

Se viaggiate in Piemonte e assaggiate un vino a base di uva Arneis (uva bianca), sappiate che si tratta di una mutazione naturale del nebbiolo. Successivamente l’Arneis è stato quindi isolato e catalogato come un vitigno a sé stante.

Giovanni Curcio

Sommelier de l'année 2022 Gault&Millau Luxembourg

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