Storie - Histories
Gibson cocktail: una cipollina fa tutta la differenza, ma chi ha avuto l’idea?
La popolarità della serie “La regina degli scacchi” ci da la possibilità di parlare del cocktail che accompagna la protagonista in ogni torneo, il Gibson.
La differenza con il classico Martini è evidente, anche se minima, e consiste nel rimpiazzare la classica oliva in salamoia con una cipollina in agrodolce che apporta al cocktail una nota di umami; questo sottilissimo dettaglio ha, tuttavia, un elevato numero di spiegazioni, tutte possibili ma nessuna certa al 100%. Va, però, detto che la ricetta è pubblicata per la prima volta nel 1908 da William Boothbay; allora il Gibson era un Martini senza aromatic bitter.
La prima storia si svolge al Player’s Club di New York, dove il famoso artista Charles Dana Gibson, padre della Gibson girl, sfidò il barman a creare un cocktail migliore del Martini, e questi gli propose di sostituire semplicemente l’oliva con una cipollina.
Una seconda possibilità ci porta sulla costa ovest degli Stati Uniti, più precisamente al Bohemian Club di San Francisco, locale in cui si serviva il Gibson già negli anni 1890. Una prova è il fatto che questo cocktail era citato in un saggio scritto dal proprietario del Club nel 1898.
Una terza leggenda racconta che un’uomo d’affari era solito chiedere al barman, durante dei pranzi di lavoro particolarmente importanti, un bicchiere a cocktail con dell’acqua, guarnito da una cipollina per differenzialo dai Martini dei suoi ospiti, in modo da mantenere la mente lucida.
Poco importa quale sia la verità, una cosa è sicura, per fare un buon Gibson i sapori apportati dalla cipollina sono fondamentali, perché allora non provare a farla da sé. Il cocktail che ne risulterà sarà migliore e sicuramente con delle caratteristiche uniche che i vostri amici, o clienti, non troveranno altrove.
Michele Crippa
Maître d’hôtel, Lucas Carton Parigi