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Il Vermouth francese: dalla Savoia a Bordeaux, passando dal leggendario Noilly Prat, inventore del Vermouth Dry

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Per parlare di Vermouth francese si deve, innanzitutto, tenere in mente che le regioni di confine erano sotto la corona dei Savoia, prima di passare alla Francia. Detto questo, la storia del Vermouth d’oltralpe è legata a doppio filo a Torino poiché fu un liquorista originario della Savoia che, durante un viaggio, constatò il successo di questa nuova bevanda e decise di produrlo nella sua distilleria; il suo nome era Joseph Chavasse, proprietario di quella che diventerà, in seguito, la “Maison Dolin”. Questo Vermouth diventerà famoso con la denominazione “de Chambéry”, che divenne una AOC francese appena queste terre passarono di mano nel 1860. Il successo fu immediato e ispiró diversi cocktail: a Parigi, ad esempio, si beve lo Chambéry-fraise (fragola) e Dolin decise di produrlo già pronto in bottiglia; fu così che, nel 1900, nacque lo Chambéryzette. L’inizio del nuovo secolo portò successi anche in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma la grande guerra causò, invece, molti problemi. Negli anni ’20 i fratelli Sevez presero il controllo dell’azienda e riuscirono a traghettarla attraverso gli anni bui del proibizionismo negli Stati Uniti e della seconda guerra mondiale. Gli affari sembrano migliorare nel dopoguerra, ma si avvicinano i difficili anni ’70, Dolin sopravvive grazie al commercio di vini della Savoia e degli sciroppi di frutta. Il decennio seguente è decisamente migliore, grazie alla crescente notorietà degli impianti sciistici della regione, Dolin riesce a conquistare una nuova fetta di mercato.

CC Halloween HJB

Il Vermouth francese non è però solo Savoia, la regione di Bordeaux è grande protagonista di questa tradizione con Lillet. Si racconta che l’idea di produrre Vermouth venne a causa di un’annata poco felice per i vini bianchi bordolesi, che erano quindi venduti a prezzi decisamente bassi. Lillet decise, quindi, di tentare l’esperimento aggiungendo dell’alcool aromatizzato agli agrumi, alle spezie che arrivavano al famoso porto di Bordeaux e alla china, creando, così, il Kina Lillet. Questa novità diventò presto un successo sia in Francia che negli Stati Uniti d’America, anche grazie alla campagna pubblicitaria firmata da Robert Wolff. Gli anni del secondo dopoguerra furono difficili, Lillet decise di concentrarsi sul mercato americano, soprattutto New York, dove diventa un marchio di riferimento del Vermouth francese, mentre la versione Dry apre le porte per il mercato anglosassone. Il Lillet rosso nasce invece più tardi, negli anni ’60.
Oggi il Lillet sta vivendo una seconda giovinezza grazie alla moda di riscoprire i prodotti che hanno fatto la storia del bere miscelato.

CC Edsel Little

Ma se parliamo di Vermouth Dry non possiamo, però, dimenticare chi per primo ebbe l’idea di produrlo, Noilly Prat. Questa azienda nata a Lione, si trasferì nei pressi di Marsiglia negli anni 1840, e a Marseillan nel 1859 a causa dell’enorme successo del suo Vermout, che culminerà con la vittoria del primo premio all’esposizione universale di Parigi del 1878. La versione Dry rimarrà l’unica prodotta fino agli anni ’50, quando verrà affiancata dal Vermouth Rosso, e trent’anni più tardi da quello ambrato.

Queste sono sono alcune delle aziende più famose, esiste per esempio Dubonnet a Parigi, Quintinye che prepara i suoi Vermouth a partire dal famoso Pineau de Charentes, o ancora Routin sulle Alpi Francesi.

Michele Crippa

Direttore di Sala, Lucas Carton Parigi

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