Degustazioni - Dégustations

Un grande Barolo di Castiglione Falletto, Sebastien Ferrara ci porta da Paolo Scavino. Quando il detto il vino dei Re ed il Re dei vini è di attualità.

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Castiglione Falletto, altro Comune molto importante nella produzione del Barolo dove troviamo tra le tante,  l’azienda Paolo Scavino.

Pensate che il nome Falletto venne aggiunto al nome Castiglione nel 1589, perchè il possesso del feudo era da secoli nella mani della famiglia Albese dei Falletti, che hanno di fatto costruito il Castello.

L’azienda fu acquistata nel 1921 da Lorenzo Scavino, che ebbe una pazzesca intuizione e condotta insieme al figlio Paolo una volta terminati gli studi.

Questa azienda all’epoca era molto diversa perchè oltre a produrre vino possedevano vitelli, mucche, frutteti e producevano grano come la maggior parte di aziende agricole che ora si sono focalizzate su una unica produzione. Credo che pian piano ci sia il ritorno da parte degli agricoltori ad ampliare a 360 gradi l’aspetto naturale e sostenibile, importantissimo per il futuro di tutti.

Ora è condotta dalla quarta generazione, Enrico Scavino con le Figlie Elisa ed Enrica gestiscono tutta l’azienda.

Coltivano una trentina di ettari divisi su alcuni dei Comuni più importanti della denominazione,vediamoli insieme alcuni dei più famosi:

Nel Comune di Castiglione Falletto il Bric de Fiasc ed il Rocche di Castiglione, a Barolo invece importantissimo il Cannubi, a Serralunga d’Alba il Prapò ed il Cerretta.

Si continua a Novello con il Cru Ravera, poi ancora a La Morra con il Rocche dell’Annunziata e l’Annunziata, il Bricco Ambrogio a Roddi ed il Monvigliero a Verduno.

Il vino degustato in questo caso è il Bric del Fiasc 1990, annata eccezionale a Castiglione  Falletto ma anche in tutti glia altri comuni della denominazione.

Il Cru è stato “piantato” in diversi anni 1979, 1984, 2009, 2012, 2013.

L’intuizione da parte di Enrico fu magica perchè già dal 1978 decise con il padre che la vigna fosse vinificata separatamente, vedendo i risultati straordinari non fecero mai più marcia indietro, tra le prime vigne ad essere vinificate separatamente a Barolo.

La vinificazione delle uve era parziale un tempo perchè una buona parte veniva venduta, mentre l’altra vinificata.

All’inizio degli anni 90 (credo 92/93) iniziarono ad usare botti più piccole per dare più struttura densità ai vini, chiaramente ogni Cru ad una percentuale diversi di legni utilizzati.

Da subito una quasi semplice immediatezza nel calice che coinvolge aromi balsamici, amarene, prugne liquorose e tabacco secco. Al palato è esplosivo, molto morbido e delicato, i tannini sono molto vellutati e timidi. Dopo alcuni minuti tornano le spezie, chiodi di garofano e cannella con la ciliegia sotto spirito.

È un vino lineare, preciso e con un finale lungo e sapido.

 

 

 

 

 

Sebastien Ferrara

Direttore e Sommelier

Ristorante Enrico Bartolini Mudec

Milano

https://www.instagram.com/sebastien_ferrara/?hl=it

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